L’approfondimento

«Cellulari e tablet per Natale? In mano a giovani insicuri sono armi»

Con l'arrivo delle feste molti bambini vogliono che gli venga regalato un telefonino: ma è il dono più adatto? E cosa devono fare i genitori per evitare l’insorgere di comportamenti problematici? Ne parliamo con la psicoterapeuta Anna Karcher
© CdT / Chiara Zocchetti
Mattia Darni
19.12.2023 14:00

Con il Natale che si avvicina, molti bambini e ragazzi avranno chiesto come regalo uno smartphone o un tablet. Tali dispositivi sono sicuramente utili in quanto, per esempio, permettono ai genitori di restare in contatto con i figli anche quando sono fuori casa e forniscono ai giovani un accesso veloce, facile e diretto a una vasta gamma d’informazioni. Accanto agli aspetti positivi, tuttavia, non si possono tacere quelli negativi quali, solo per citarne un paio, l’utilizzo eccessivo di questi strumenti e la fruizione di contenuti problematici. Prima di acquistare un cellulare o un tablet per i propri figli, i genitori devono quindi soppesare attentamente i pro e i contro: diversi sono infatti gli aspetti da prendere in considerazione. Ne abbiamo parlato con la psicoterapeuta Anna Karcher.

Signora Karcher, esiste un’età ideale per regalare il primo smartphone o il primo tablet a un ragazzo?
«È difficile indicare un’età precisa perché lo sviluppo di ogni bambino è diverso. C’è chi capisce prima e chi dopo aspetti quali i pericoli della rete, la privacy e la sicurezza online. Dipende anche dalla capacità del ragazzo di autoregolarsi per evitare un abuso di tali tecnologie visto che non sempre i genitori possono controllarne il tempo di utilizzo. In generale, si dice che l’età adatta si aggira intorno agli undici-dodici anni. La domanda più importante che ci si deve porre è comunque se il bambino sia pronto a ricevere un cellulare o un tablet e se sia in grado di comprendere le responsabilità che una connessione a Internet comporta. Ecco allora che il periodo natalizio, caratterizzato dallo stress della corsa ai regali, non è forse il momento più adatto per sviluppare questo tipo di riflessione».

Quali sono i rischi a cui va incontro un bambino che riceve troppo presto un cellulare o un tablet?
«Due problemi con cui sono confrontate oggi soprattutto le ragazze sono l’ansia sociale e la depressione. I social network propinano loro dei modelli estetici e di vita verso i quali cercano di tendere. Ciò può generare delle conseguenze negative tra cui, per esempio, il rifiuto del proprio corpo che, a sua volta, può portare all’insorgere di disturbi alimentari. I ragazzi sono invece più soggetti a sviluppare una dipendenza da gioco online che li può portare all’isolamento sociale perché si estraniano completamente dalla realtà. Si osserva poi che, indipendentemente dal sesso, i giovani oggi passano molto tempo sui social a parlare di salute mentale. Nonostante la tendenza sia di per sé positiva poiché permette di sdoganare argomenti considerati delicati, il rischio è di ricevere dei consigli sbagliati in quanto, solitamente, gli influencer parlano della propria esperienza personale che non può essere applicata pari pari a ogni individuo visto che ognuno ha un vissuto diverso. L’utilizzo eccessivo di cellulari e tablet può inoltre generare dipendenza, anche se a livello internazionale il disturbo da uso eccessivo di Internet (Internet addiction disorder) non è ancora riconosciuto a differenza del disturbo da gioco online (Online gaming disorder)».

In caso il proprio figlio sviluppi dei comportamenti problematici legati a smartphone e tablet, per i genitori è importante rendersene subito conto. Quali sono i segnali indicanti un disagio?
«Un primo segnale di disagio può essere l’abbandono degli hobby, un altro il rinchiudersi in casa e tagliare i ponti con i propri amici. Si può inoltre assistere a un peggioramento del rendimento scolastico. Più in generale, tutti i cambiamenti importanti nel comportamento del proprio figlio che non possono essere ricondotti all’adolescenza sono dei segnali di allarme. Cellulari e tablet sono delle armi: metterli in mano a giovani insicuri può essere pericoloso».

Per i genitori è fondamentale anticipare: una volta che l’apparecchio elettronico è stato dato ai propri figli non si può più tornare indietro

Dopo aver regalato uno smartphone o un tablet al proprio figlio, come devono comportarsi i genitori per evitare che quest’ultimo entri in contatto con contenuti non idonei alla sua età o sviluppi comportamenti problematici?
«Per i genitori è fondamentale anticipare: una volta che l’apparecchio elettronico è stato dato ai propri figli non si può più tornare indietro. Prima di regalare un cellulare o un tablet è essenziale parlare in modo franco e tranquillo con il proprio ragazzo della sicurezza online, di quali sono i contenuti di cui ci si può fidare e quali siti è meglio evitare e perché. Insomma, bisogna educarlo al mondo digitale. Nella relazione tra genitori e figli è indispensabile che, da entrambe le parti, ci siano fiducia e trasparenza. Sarebbe poi importante che il giovane muovesse i primi passi nel mondo digitale accanto a un genitore e che adulti e ragazzi svolgessero assieme delle attività che implicano l’utilizzo della tecnologia quali, per esempio, delle presentazioni per la scuola. I bambini, insomma, soprattutto all’inizio, non dovrebbero mai essere lasciati da soli con il dispositivo».

I ragazzi non vivono però in una bolla e il rischio che si imbattano in contenuti inappropriati è dietro l’angolo. In caso ciò accadesse, quali sono i pericoli?
«Se il ragazzo ha una situazione tranquilla a casa e una relazione positiva con i propri genitori, l’evento traumatico verrà superato abbastanza facilmente. Anche in questo caso il dialogo preventivo è indispensabile: bisogna parlare ai ragazzi dei contenuti che potrebbero trovare su Internet. È altresì importante che i genitori non si arrabbino in caso il figlio dica loro che ha visto un contenuto violento o pornografico. La confessione deve essere un’occasione per riflettere assieme sulla questione».

Per i bambini, qual è l’effetto a livello cognitivo di fruire tutto attraverso uno schermo invece di utilizzare strumenti più classici quali, per esempio, i libri?
«Oggi vedo tanti ragazzi che soffrono di un deficit dell’attenzione. È tuttavia ancora troppo presto per dimostrare l’esistenza di una correlazione chiara tra il numero di ore che un giovane passa davanti a uno schermo e questo problema. Non sono nemmeno in grado di dire se questo fenomeno abbia una connotazione positiva o negativa visto che anche il modo di lavorare sta cambiando: forse, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, concentrarsi per tanto tempo non sarà più necessario, mentre sarà fondamentale essere capaci a fare più cose in contemporanea».

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