«Cellulari e tablet per Natale? In mano a giovani insicuri sono armi»

Con il Natale che si avvicina, molti bambini e ragazzi avranno chiesto come regalo uno smartphone o un tablet. Tali dispositivi sono sicuramente utili in quanto, per esempio, permettono ai genitori di restare in contatto con i figli anche quando sono fuori casa e forniscono ai giovani un accesso veloce, facile e diretto a una vasta gamma d’informazioni. Accanto agli aspetti positivi, tuttavia, non si possono tacere quelli negativi quali, solo per citarne un paio, l’utilizzo eccessivo di questi strumenti e la fruizione di contenuti problematici. Prima di acquistare un cellulare o un tablet per i propri figli, i genitori devono quindi soppesare attentamente i pro e i contro: diversi sono infatti gli aspetti da prendere in considerazione. Ne abbiamo parlato con la psicoterapeuta Anna Karcher.
Signora Karcher, esiste un’età ideale per regalare il
primo smartphone o il primo tablet a un ragazzo?
«È difficile indicare un’età precisa perché lo sviluppo di
ogni bambino è diverso. C’è chi capisce prima e chi dopo aspetti quali i
pericoli della rete, la privacy e la sicurezza online. Dipende anche dalla capacità
del ragazzo di autoregolarsi per evitare un abuso di tali tecnologie visto che
non sempre i genitori possono controllarne il tempo di utilizzo. In generale,
si dice che l’età adatta si aggira intorno agli undici-dodici anni. La domanda
più importante che ci si deve porre è comunque se il bambino sia pronto a
ricevere un cellulare o un tablet e se sia in grado di comprendere le
responsabilità che una connessione a Internet comporta. Ecco allora che il
periodo natalizio, caratterizzato dallo stress della corsa ai regali, non è
forse il momento più adatto per sviluppare questo tipo di riflessione».
Quali sono i rischi a cui va incontro un bambino che
riceve troppo presto un cellulare o un tablet?
«Due problemi con cui sono confrontate oggi soprattutto le
ragazze sono l’ansia sociale e la depressione. I social network propinano loro
dei modelli estetici e di vita verso i quali cercano di tendere. Ciò può generare
delle conseguenze negative tra cui, per esempio, il rifiuto del proprio corpo
che, a sua volta, può portare all’insorgere di disturbi alimentari. I ragazzi
sono invece più soggetti a sviluppare una dipendenza da gioco online che li può
portare all’isolamento sociale perché si estraniano completamente dalla realtà.
Si osserva poi che, indipendentemente dal sesso, i giovani oggi passano molto
tempo sui social a parlare di salute mentale. Nonostante la tendenza sia di per
sé positiva poiché permette di sdoganare argomenti considerati delicati, il
rischio è di ricevere dei consigli sbagliati in quanto, solitamente, gli influencer
parlano della propria esperienza personale che non può essere applicata pari
pari a ogni individuo visto che ognuno ha un vissuto diverso. L’utilizzo eccessivo
di cellulari e tablet può inoltre generare dipendenza, anche se a livello
internazionale il disturbo da uso eccessivo di Internet (Internet addiction disorder)
non è ancora riconosciuto a differenza del disturbo da gioco online (Online
gaming disorder)».
In caso il proprio figlio sviluppi dei comportamenti
problematici legati a smartphone e tablet, per i genitori è importante rendersene
subito conto. Quali sono i segnali indicanti un disagio?
«Un primo segnale di disagio può essere l’abbandono degli
hobby, un altro il rinchiudersi in casa e tagliare i ponti con i propri amici.
Si può inoltre assistere a un peggioramento del rendimento scolastico. Più in
generale, tutti i cambiamenti importanti nel comportamento del proprio figlio che
non possono essere ricondotti all’adolescenza sono dei segnali di allarme. Cellulari
e tablet sono delle armi: metterli in mano a giovani insicuri può essere
pericoloso».


Dopo aver regalato uno smartphone o un tablet al proprio
figlio, come devono comportarsi i genitori per evitare che quest’ultimo entri
in contatto con contenuti non idonei alla sua età o sviluppi comportamenti
problematici?
«Per i genitori è fondamentale anticipare: una volta che l’apparecchio
elettronico è stato dato ai propri figli non si può più tornare indietro. Prima
di regalare un cellulare o un tablet è essenziale parlare in modo franco e tranquillo
con il proprio ragazzo della sicurezza online, di quali sono i contenuti di cui
ci si può fidare e quali siti è meglio evitare e perché. Insomma, bisogna educarlo
al mondo digitale. Nella relazione tra genitori e figli è indispensabile che,
da entrambe le parti, ci siano fiducia e trasparenza. Sarebbe poi importante
che il giovane muovesse i primi passi nel mondo digitale accanto a un genitore e
che adulti e ragazzi svolgessero assieme delle attività che implicano l’utilizzo
della tecnologia quali, per esempio, delle presentazioni per la scuola. I bambini,
insomma, soprattutto all’inizio, non dovrebbero mai essere lasciati da soli con
il dispositivo».
I ragazzi non vivono però in una bolla e il rischio che
si imbattano in contenuti inappropriati è dietro l’angolo. In caso ciò accadesse,
quali sono i pericoli?
«Se il ragazzo ha una situazione tranquilla a casa e una
relazione positiva con i propri genitori, l’evento traumatico verrà superato abbastanza
facilmente. Anche in questo caso il dialogo preventivo è indispensabile:
bisogna parlare ai ragazzi dei contenuti che potrebbero trovare su Internet. È
altresì importante che i genitori non si arrabbino in caso il figlio dica loro
che ha visto un contenuto violento o pornografico. La confessione deve essere
un’occasione per riflettere assieme sulla questione».
Per i bambini, qual è l’effetto a livello cognitivo di
fruire tutto attraverso uno schermo invece di utilizzare strumenti più classici
quali, per esempio, i libri?
«Oggi vedo tanti ragazzi che soffrono di un
deficit dell’attenzione. È tuttavia ancora troppo presto per dimostrare l’esistenza
di una correlazione chiara tra il numero di ore che un giovane passa davanti a
uno schermo e questo problema. Non sono nemmeno in grado di dire se questo
fenomeno abbia una connotazione positiva o negativa visto che anche il modo di
lavorare sta cambiando: forse, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, concentrarsi
per tanto tempo non sarà più necessario, mentre sarà fondamentale essere capaci
a fare più cose in contemporanea».