Salute

La corsa ai vaccini contro il Covid

Il virus viaggia a velocità costante con circa 3.600 casi confermati in laboratorio ogni settimana in Svizzera – Il farmacista: «Abbiamo protetto più persone del previsto e non solo le cosiddette categorie a rischio»
A oggi sono circa 17 mila i ticinesi vaccinati. E a immunizzarsi non sono state solo le persone a rischio, ma «anche quelle che hanno voluto semplicemente una protezione maggiore e quelle che hanno familiari a rischio». ©Chiara Zocchetti
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
17.12.2023 16:00

Chi è sul terreno, al fronte, non ha dubbi. «C’è un sacco di gente malata», dice Alberto Chiesa, presidente dell’associazione ticinese dei medici di famiglia e dell’infanzia (ATIMEF). Federico Tamò, portavoce dell’Ordine dei farmacisti del Canton Ticino, va più nel dettaglio. «Siamo in pieno Covid», precisa, confermando quello che un po’ tutti stanno sospettando da quando, ormai da qualche settimana, le temperature si sono abbassate. E hanno visto colleghi, amici, familiari starnutire, tossire, stancarsi inaspettatamente e riparare a letto, chiedendosi se avessero preso il coronavirus o una qualche forma di influenza.

«Speriamo però che la curva si abbassi», riprende Tamò. Che, come molti altri specialisti della salute sa che il virus ha iniziato a circolare con più veemenza dalla fine di novembre. E oggi, secondo i dati dell’Ufficio federale della sanità, viaggia a velocità costante con circa 3.600 casi confermati in laboratorio ogni settimana in Svizzera.

E così il freddo, come capita sempre, anche quest’anno ha riportato a galla il Covid. Anche se in realtà da quando è arrivato, ormai più di tre anni fa, non se n’è mai andato. Perché diventato endemico. Ma anche sempre più sotto controllo grazie a vaccinazioni e immunità della popolazione. Endemico, sotto controllo. Ma sempre presente, appunto. E più diffuso con l’arrivo dell’inverno.

«Vaccinati anche chi non a rischio»

Ed è anche per questo che Tamò, come molti altri farmacisti ticinesi, somministra al pari degli studi medici le vaccinazioni anti Covid. Che sono raccomandate soprattutto per le persone particolarmente a rischio, come gli over 65 e le persone che hanno determinate malattie croniche (come ad esempio il cancro, il diabete, l’ipertensione arteriosa e alcune patologie cardiache e polmonari). Ecco perché per queste fasce di popolazione la vaccinazione è gratuita. Mentre tutti gli altri devono pagarla. «Abbiamo vaccinato più di quanto ci aspettavamo - riprende Tamò - solo nella mia farmacia di Bellinzona da fine ottobre ne abbiamo somministrate un paio di centinaia. Non ho le statistiche a livello cantonale, ma sapendo che sono un centinaio le farmacie che si sono messe a disposizione…».

Numeri precisi li ha forniti il medico cantonale, specificando che se a oggi sono circa 17 mila i ticinesi vaccinati. E a immunizzarsi non sono state solo le persone a rischio, ma «anche quelle che hanno voluto semplicemente una protezione maggiore e quelle che hanno familiari a rischio», sottolinea il portavoce dell’Ordine dei farmacisti del Canton Ticino, precisando come ormai la popolazione «abbia capito di trovarsi di fronte a un vaccino sicuro».

«Decorsi blandi»

Sia quel che sia un dato appare certo. Oggi è soprattutto il coronavirus a circolare. Più dell’influenza stagionale. Che è appena arrivata. E secondo gli esperti raggiungerà il suo picco nelle festività natalizie. E forse causerà qualche grattacapo nella diagnosi. Perché le due malattie si presentano molto simili nei sintomi.

Prove certe di quanti casi di Covid ci siano effettivamente in Svizzera comunque non ce ne sono. Al di là dei casi confermati in laboratorio. Perché il Covid non si testa più come un tempo. «Non lo diagnostichiamo più se non quando è strettamente necessario», sottolinea Chiesa. «Solo quando siamo in presenza di un decorso grave», continua. Anche perché normalmente «vediamo decorsi piuttosto blandi che si risolvono in pochi giorni», chiarisce il medico di famiglia. Che ha un’altra preoccupazione. Molto più pressante. «La mancanza di farmaci».

Sono soprattutto antibiotici e cortisonici, a mancare. «Ed è allarmante», precisa il medico. Che parla di una vera e propria penuria. Una situazione, quella delle difficoltà di approvvigionamento, ben nota alle autorità. Gli esperti ritengono che la penuria di farmaci sia una conseguenza della globalizzazione. Per ragioni di costo, la maggior parte dei fabbricanti di medicinali non produce più in Europa, ma quasi esclusivamente in Asia, soprattutto in Cina e in India. Spesso accade che un principio attivo venga prodotto solo in uno o due siti nel mondo. Da qui le difficoltà.

Più sicurezza

Tuttavia, il Consiglio federale ha deciso di aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento di vaccini in vista di future pandemie e rafforzare la posizione della Svizzera quale Paese in cui si sviluppano e si producono vaccini. Proprio per questo il Dipartimento federale dell’interno (DFI) e il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) hanno elaborato, su mandato del Consiglio federale e in collaborazione con attori della ricerca e dell’industria, una strategia per la promozione a lungo termine della ricerca, dello sviluppo e della produzione di vaccini.

Nello stesso tempo il Governo federale intende anche rivedere parzialmente anche la legge sulle epidemie (LEp) così da rafforzare ciò che ha funzionato durante l’emergenza Covid e colmare le lacune riscontrate nella legge. Una revisione ritenuta necessaria in vista di nuove pandemie e altre minacce importanti per la salute pubblica, come le resistenze agli antibiotici.

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