La segretaria che fa i conti in tasca ai ticinesi

Fabrizia Sormani, 63 anni, ha il profilo-tipo della consumatrice pessimista. Ticinese, donna e separata, impiegata a tempo parziale. Un sondaggio condotto da Comparis ha rilevato settimana scorsa che nella Svizzera italiana la quota di pessimismo (39 per cento) è sensibilmente superiore alla media nazionale, quando si tratta di fare previsioni sul budget familiare nei prossimi mesi. Le donne sono meno ottimiste degli uomini (69 contro 77 per cento) e a tirare la cinghia al massimo saranno i redditi inferiori ai 4mila franchi (38 per cento).
Consulenze in aumento
La riprova è che Sormani vede abbastanza nero nel futuro. «Temo che ci sarà un peggioramento ulteriore nella situazione finanziaria della maggior parte dei consumatori, se si va avanti di questo passo» spiega. E ha tutti gli elementi per dirlo. Dalla sua scrivania nella sede dell’ACSI a Pregassona passano i budget familiari di decine di consumatori ticinesi. Si rivolgono all’Associazione per chiedere una mano con i conti e Sormani, segretaria amministrativa, con pazienza e acribia li aiuta a compilare un file Excel. «Ai nostri soci che hanno bisogno di chiarirsi le idee sulle proprie uscite, quando le spese sembrano sfuggire un po’ dal controllo, offriamo questo tipo di consulenza. Non sembra, ma può essere un lavoro molto difficile. Allo stesso tempo può portare a dei risparmi anche importanti nel momento del bisogno».
Il lavoro è difficile perché richiede una grossa dose di pazienza e acribia anche da parte dell’associato. «Andare a riprendere tutte le spese avute nel corso dell’anno, sommarle e dividerle per categoria è il primo passo per chiarirsi le idee, ma è un’operazione che può spaventare molte persone: non è un’esperienza particolarmente piacevole e richiede molto tempo e motivazione» spiega Sormani. «Alcuni si scoraggiano e lasciano perdere».
I conti della serva
La sensazione che i conti siano fuori controllo, mentre le spese continuano ad aumentare, è tuttavia diffusa e negli ultimi anni - complici la pandemia e l’inflazione galoppante - ha portato a un aumento delle consulenze mirate o anche solo delle richieste di consigli: «Ci sono voci su cui non si puô fare niente, come l’imposta sul valore aggiunto, che si fa sentire più duramente proprio sui redditi più bassi» esemplifica Sormani. «Altre voci possono essere ritoccate o modificate. Chiaro che i continui rincari dell’ultimo periodo non rendono la vita facile a chi ha bisogno di risparmiare».
Sormani fa l’esempio di una persona che ha iniziato a lavorare intorno ai 40 anni e che - come nel suo caso - si appresta ad andare in pensione. Il conto è impietoso: anche senza considerare il possibile affitto o il mutuo della casa - in entrambi i casi, in aumento - le spese fisse mensili assivano a erodere quasi interamente le entrate. Tra AVS e secondo pilastro, queste ultime arrivano a 2.600 franchi scarsi al mese. Tra bolletta elettrica (da 70 a 78 franchi), una spesa alimentare altrettanto in crescita (da circa 500 franchi a 550) e soprattutto il premio di cassa malati (da 307 a 580 franchi franchigia inclusa) si arriva già a metà del budget. «Poi ci sono le tasse federali e cantonali e le spese di telefonia, i cui aumenti non ci sono noti ora ma che potrebbero aumentare in qualsiasi momento» aggiunge Sormani. Nel caso considerato si arriva a 2.108 franchi al mese.
«Starò ancora più attenta»
E nel conto di Sormani non sono comprese le assicurazioni, spese ipotecarie, imprevisti ed extra (dentista, igenista, vestiario). «Il tutto incrociando le dita e sperando che non ci siano spese sanitarie extra, vista la franchigia alta scelta per risparmiare sul premio».
Dalla scrivania di Sormani passa di tutto, non per forza persone bisognose («certo milionari non ne abbiamo, benestanti sì») ma tante che potrebbero diventarlo: divorziati, neo-pensionati, neo-sposi. «In genere un cambiamento recente o imminente porta la gente a riflettere sulle proprie finanze» riassume la contabile. Spera che il cambiamento nel prossimo futuro non sia un peggioramento per tutti. «Ma sicuramente non sono ottimista, se si continua di questo passo».