Animali

Il bird feeding? Si può fare, ma niente pane ad anatre e cigni

Con l’arrivo dell’inverno la tentazione di nutrire gli uccellini che vivono in libertà è grande – Ecco i suggerimenti di un esperto
© CdT/Archivio
Prisca Dindo
31.12.2023 06:00

Quando li vedi posati sui davanzali delle nostre finestre, fanno tenerezza. Pettirossi, cardellini, cinciallegre. La tentazione di correre al supermercato e comprare cibo e casetta per questi uccellini è grande. Soprattutto d’inverno, quando le temperature si abbassano e la sopravvivenza, per loro, diventa difficile. Per loro il cibo scarseggia. Ma è giusto «forzare» le leggi della natura intervenendo sulla catena alimentare?

«Il bird feeding, come dicono gli inglesi, non è né giusto né sbagliato. Normalmente questi piccoli animali dovrebbero arrangiarsi da soli. È chiaro che d’inverno sono in difficoltà; è proprio nei mesi più freddi dell’anno, ossia dicembre e gennaio, che per loro scatta la selezione naturale: i più forti sopravvivono alle temperature rigide, gli altri no», spiega Roberto Lardelli, presidente di Ficedula, l’associazione per lo studio e la conservazione degli uccelli della Svizzera italiana. «Tuttavia è talmente diffusa l’abitudine di foraggiarli che ormai la mangiatoia per uccelli si è trasformata in un accessorio di casa».

Secondo il presidente della Ficedula, l’«aiutino» è particolarmente prezioso quando a promuoverlo sono le scuole. «La mangiatoia è uno strumento prezioso per fare educazione ambientale con i bambini. I ragazzi si abituano ad osservare il comportamento dei piccoli animali: vedono come bisticciano, come si nutrono, come si comportano di fronte ad altri uccellini loro antagonisti. Agli insegnanti che ci chiedono se è una buona idea introdurre una stazione di cibo nelle loro scuole, noi diciamo raramente di no. L’osservazione è un elemento basilare per il processo di ricerca scientifica». E poi gli uccellini, quando si è in là con gli anni, fanno compagnia. «Noi avevamo proposto la creazione di mangiatoie in punti strategici all’Atte, l’associazione Terza età, ed è stato un successo».

Ovvio che le casette dovranno essere installate in luoghi sicuri e soprattutto lontane dalle grinfie dei gatti. Quindi nei mesi più freddi va bene aiutare pettirossi e cinciallegre, ma occhio al mangime. Bandito il pane, «perché contiene sale e il sale non è un elemento che fa bene agli uccelli, anzi: le briciole fermentano nello stomaco e rischiano di ucciderli». Una delle vittime eccellenti del pane è il cigno «che è un volatile che si nutre esclusivamente di vegetazione acquatica; è chiaro che lui è attirato dal pane, ma se lo mangia rischia di morire; ecco perché diversi comuni rivieraschi ne proibiscono la distribuzione ed è importante per la loro salvaguardia rispettare questa regola». Sì a semi di girasole mescolati con altri semi, come quelli di miglio e della canapa. No alle granaglie mischiate con il grasso animale, «perché il grasso animale fa molto male – spiega Lardelli –. Per fortuna oggi in commercio si trovano soltanto le palline amalgamate con grasso vegetale».

È fondamentale che la ciotola con il cibo resti all'asciutto: quindi le mangiatoie devono essere protette dalla pioggia o dalla neve con una mini-tettoia. Per coloro che hanno la fortuna di possedere un giardino, la pianta di cachi è l’ideale per il nutrimento degli uccellini. «Il caco è come una grande mangiatoia naturale; va bene per merli, cince e per tutti gli stormi di passaggio», spiega Lardelli. Si possono predisporre anche dei contenitori per l'acqua.

Se fatto con testa il foraggiamento è dunque tollerato nei mesi più rigidi dell’inverno. Anche se, a dire il vero, quest’anno freddo non è. Il cambiamento climatico influisce anche sulle abitudini degli uccellini? «Vediamo diversi cambiamenti – e così conclude Lardelli –, ad esempio quest’anno ci sono molti meno esemplari acquatici nei nostri laghi. Colpa delle temperature miti? Noi stiamo monitorando la situazione, perché non sappiamo se la loro assenza è legata alle bizze della meteo oppure all’influenza aviaria».

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