Israele all'Eurovision? Finlandia e Islanda non sono d'accordo

L'impatto della guerra, è risaputo, si allarga a tanti altri contesti. Tra cui, quello musicale. In questo caso, nello specifico, il conflitto in corso in Medio Oriente potrebbe avere delle ripercussioni sulla partecipazione di Israele a uno degli appuntamenti più attesi dell'anno: l'Eurovision Song Contest. La competizione, in programma dal 7 all'11 maggio a Malmö in Svezia – paese vincitore della scorsa edizione – quest'anno dovrebbe infatti ospitare sul suo palco anche Israele. Ormai da anni, infatti, per ragioni legate a un'affinità tra mercati, è tradizione portare sul palco dell'Eurosong anche i cantanti di Paesi al di fuori dell'Europa. E Israele, così come l'Australia, sono spesso tra i prescelti. Guarda caso, lo sono anche quest'anno. Ma qualcuno, o qualcosa, potrebbe mettere i bastoni fra le ruote allo Stato ebraico. Scopriamo di cosa si tratta.
Tutto ha origine da due petizioni. Due petizioni distinte, una firmata dai cittadini finlandesi e l'altra da quelli islandesi, che hanno però lo stesso obiettivo: boicottare la partecipazione di Israele all'Eurovision Song Contest. Nello specifico, più di 1.400 artisti, musicisti e impiegati del settore musicale dei due Paesi nordici si sono ribellati, chiedendo l'esclusione di Israele dalla prossima edizione del noto contest canoro. Il motivo, neanche a dirlo, è da ricercare esclusivamente nel conflitto con la Palestina, scoppiato lo scorso 7 ottobre. Nei testi, insomma, si chiede di rimuovere Israele dalla lista dei Paesi in gara, a causa della guerra che «sta conducendo nella Striscia di Gaza in risposta all'attacco di Hamas».
Secondo la petizione finlandese – che chiede a Yle, sua televisione pubblica, di boicottare la diffusione del programma qualora la partecipazione di Israele venisse confermata – lo Stato ebraico non merita di prendere parte al contest per «ripulire la sua reputazione». «Non è in conformità con i nostri valori che un Paese che commette crimini di guerra e porta avanti un'occupazione militare abbia un palcoscenico pubblico per ripulirsi l'immagine in nome della musica», si legge nel testo.
In altre parole, gli artisti di Finlandia e Islanda chiedono all'Unione europea di radiodiffusione (EBU) di escludere Israele da concorso, esattamente come era accaduto con la Russia nel 2022. Dopo l'invasione dell'Ucraina, anche Mosca era stata infatti respinta dal contest. Una decisione che, visto il protrarsi della guerra, era stata rinnovata anche lo scorso anno e, allo stesso modo, verrà applicata anche per la prossima edizione svedese. Per il terzo anno di fila, infatti, nessun artista russo sarà chiamato a esibirsi sul palco dell'Eurovision. Ma per Israele, a quanto pare, la faccenda potrebbe essere diversa.
Già, perché differentemente da quanto accaduto con la Russia, un portavoce dell'Eurovision Song Contest si sarebbe fatto avanti rispondendo alle petizioni di Finlandia e Islanda, ricordando loro che il concorso è «una competizione tra le emittenti pubbliche di tutta Europa e del Medio Oriente», e che in quanto tale, è un concorso «per le emittenti, e non per i governi». A tal proposito, il portavoce avrebbe anche confermato l'idoneità dell'emittente pubblica israeliana Kan, dichiarando che «soddisfa tutte le regole della competizione». Tradotto: la Russia sul palco di Malmö non ci sarà. Ma Israele, molto probabilmente, sì.