Streaming

La strategia di Netflix per il successo: meno produzione, più qualità

La piattaforma ha chiuso il 2023 con un calo del 16% in termini di contenuti propri: gli scioperi di Hollywood, certamente, hanno contribuito al dato ma dietro c'è anche una precisa strategia dell'azienda per consolidare la propria leadership
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Marcello Pelizzari
10.01.2024 12:29

Negli ultimi diciotto mesi, la crisi si è abbattuta – con forza – sulle piattaforme streaming. Riduzioni di personali, tagli (anche miliardari) a budget e produzioni, perdita di velocità e abbonati. Da Disney a Warner Bros. Discovery, criticatissima durante la gestione David Zaslav, passando ovviamente per Netflix. Anzi, proprio la piattaforma per eccellenza – a inizio 2022 – ha annunciato per la prima volta nella sua storia di aver perso clienti. E nemmeno pochi. Dando vita a una serie di domande, analisi e sentenze, al grido «lo streaming è morto». Inciso: nel frattempo, quantomeno per la grande N, le cose sono migliorate e lo streaming, beh, proprio morto non è.

Certo, i dati di Netflix sulle prime potrebbero sembrare in antitesi. L'azienda sembrerebbe godere di buona salute, di nuovo, nonostante nel 2023 abbia fatto uscire circa 130 programmi originali in meno, come ha indicato il portale What's On Netflix. Un calo del 16% in termini di contenuti puri, in-house come direbbero gli americani. Colpa, indubbiamente, del doppio (e per un po' di tempo concomitante) sciopero di sceneggiatori e attori di Hollywood. Ma il calo, come indica Bloomberg, cela in realtà una strategia precisa. Volta, manco a dirlo, a rafforzare la posizione di leadership del settore. 

La questione scioperi

Dopo aver (sempre) aumentato il numero di contenuti nell'ultimo decennio, l'anno scorso – trimestre dopo trimestre – la produzione di nuove uscite è diminuita. In tutte le principali categorie di programmazione. Su Netflix, fronte consumatori, abbiamo trovato meno film, serie, documentari e stand-up rispetto al passato. Mai, negli ultimi cinque anni, Netflix ha avuto così poche uscite come nell'ultimo trimestre del 2023. La prima, ovvia motivazione legata a questa diminuzione è il doppio sciopero. L'azienda, forse troppo frettolosamente, a suo tempo aveva spiegato che quelle braccia incrociate non avrebbero avuto un impatto sulla programmazione. In realtà, la produzione nella seconda metà dell'anno è diminuita a un ritmo più alto: nel secondo semestre, sempre secondo What's On Netflix, Netflix ha rilasciato una sessantina di serie in meno. Per un calo del 25%. 

A preoccupare, in questo senso, è anche il dopo sciopero. Ne avevamo parlato: fra ritardi accumulati e nuovi progetti, il rischio che si creino colli di bottiglia è decisamente alto. Netflix, al riguardo, una volta ripresi i lavori ha portato a termine molti degli show previsti per il 2023. Ma ha iniziato soltanto adesso su molti dei titoli in uscita quest'anno e nel 2025. Parentesi per i fan: è finalmente cominciata la produzione di Stranger Things 5. Di più, molti dei programmi in attesa sono stati direttamente cancellati.

Qualità vs quantità

Il discorso, tuttavia, come dicevamo è più articolato. E ampio. Netflix, infatti, vuole dichiaratamente puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità. E, quindi, produrre meno contenuti. Scott Stuber, a capo del settore cinematografico della piattaforma, ha spiegato che l'azienda vuole concentrarsi su un numero minore di progetti, nella speranza di pescare solo i migliori. Altra parentesi: può permettersi di farlo, visto che di fatto rimane il maggior investitore sulla scena. 

Di nuovo, non finisce qui: Netflix ha attraversato l'ultimo decennio incrementando, sempre più, la produzione di contenuti originali. Mostrando una flessibilità e una rapidità senza precedenti. Una crescita, questa, dettata altresì dall'arrivo sulla scena di nuove piattaforme e dalla conseguente uscita, dal catalogo, dei cosiddetti titoli in licenza. Titoli, cioè, che appartenevano ad altri studios e che, con l'arrivo dei legittimi proprietari nel settore dello streaming, sono in un certo senso tornati a casa.

La notizia, ora, è che Netflix e le principali reti televisive degli altri colossi hanno ripreso a dialogare. Tradotto: i titoli in licenza sono tornati a riempire il catalogo di Netflix. Tradotto bis: l'azienda non ha più necessità di riempire spazi vuoti con tonnellate produzione propria.

I titoli degli altri

Netflix, insomma, ha intuito che i rivali si trovano in posizioni più deboli. Spesso nettamente più deboli. Disney, Paramount, Warner Bros. Discovery e NBC Universal – nei rispettivi bouquet – vantano canali classici via cavo che perdono spettatori giorno dopo giorno, mentre i loro servizi di streaming, molto più piccoli, soffrono. La situazione è talmente grave che, ultimamente, si è vociferato di una fusione fra Paramount e Warner per poter avere più armi a disposizione contro il rivale dei rivali, Netflix.

I tagli effettuati sin qui si sono rivelati insufficienti. La disperazione, per certi versi, ha spinto questi colossi a concedere nuovamente propri titoli a Netflix in licenza. I soldi sono soldi, per farla breve. Fra gli show più popolari di Netflix, ora, c'è Young Sheldon, lo spinoff di The Big Bang Theory prodotto da Warner Bros. e trasmesso da CBS, parte del gruppo Paramount. 

Ai primi tempi, Netflix aveva sfruttato proprio i titoli altrui per costruirsi un'audience. Poi arrivò House of Cards e cambiò tutto, è vero. Ma ora, l'azienda sembrerebbe voler giocare su più tavoli: quello dei propri contenuti e quello, carico di nostalgia, che consiste nel ripescare serie storiche e consolidate dai cataloghi rivali. Come detto: ha la forza, anche contrattuale, per farlo.

I nuovi clienti

Il calo della produzione, di per sé, non ha avuto impatti negativi per Netflix: difficilmente, va detto, gli spettatori se ne saranno accorti. L'azienda, nei primi nove mesi del 2023, ha conquistato 16 milioni di nuovi clienti. Altri dovrebbero aggiungersene una volta che verranno diffusi i dati dell'ultimo trimestre. Se è vero che la gente, in America ma non solo, sta abbandonando le piattaforme, questa fuga su Netflix è stata ben mascherata o, ancora, non si sta affatto vedendo. 

Nell'attesa di nuovi sviluppi, l'azienda ha trovato il modo di guadagnare di più pur facendo meno. Grazie, altresì, al giro di vite sulla condivisione degli account e all'introduzione di un modello più economico di abbonamento, supportato dalla pubblicità.

 

 

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